Vergano

domenica 2 agosto 2009

MONTE IL PIZZO Wild mountain






Stupenda e commovente interpretazione di "Wild mountain thyme" da parte di Dick Gaughan accompagnato dalle fenomenali Emmylou Harris e Kate and Anna Mc Garrigle con il figlio Rufus Wainwright. Al dobro ed ai violini Aly Bain, Jay Ungar e Jerry Douglas.
post post scriptum...
Purtroppo ci sono degli intoppi in youtube... Il video che avevo postato era stupendo, ma per i misteriosi meccanismi della rete è rimasto "impigliato" in un groviglio che non riesco a districare. Chi volesse ascoltare e vedere, comunque, l'interpretazione di Emmylou e compagni può cliccare sul secondo video che appare all'interno dello stesso, sulla linea di connessione agli altri filmati di you tube.
In alternativa ho postato una eccellente e più roccheggiante interpretazione da parte dei Silencers. Sperando che anche questa non venga catturata....


Sabato 18 luglio 2009 Cesara - Monte Il Pizzo km. 6,1 Partenza ore 15,39 Arrivo ore 18,16

Non sarà come le selvagge montagne cantate nella bellissima canzone che ci accompagna in questa mini escursione, ma il monte Il Pizzo ed il sentiero percorso per arrivarci, mi hanno immerso in uno scenario di natura non insidiata dalla "civiltà", dapprima, ed in una strabiliante veduta "a volo d'uccello" , poi, tanto da lasciarmi veramente felice per aver trovato questa meta sorprendentemente sconosciuta finora.

Vista l'ora non più propizia, oggi decido per un breve assaggio esplorativo. Le intenzioni erano di partire da Cesara e scoprire le difficoltà iniziali del percorso che porta fino all'Alpe Sacchi, via alternativa e forse più impegnativa rispetto a quelle da Arola , da Nonio o da Quarna. Arrivo fino a Cesara in macchina e parcheggio nelle vicinanze della Chiesa Parrocchiale. Col GPS in mano, inizio a percorrere le stradine del piccolo borgo dopo aver sostato sotto i portici ad ammirare una stilizzata mappa muraria dei sentieri della zona. Salendo per alcuni piccoli tratti ripidi, esco dai vicoli e mi soffermo poi ad osservare sia il paesaggio sia il GPS che mi segnala una bella via (così sembra dalla mappa di Alpugang) che porta verso est , sotto le pendici di un'altura che mi attira e che vorrei raggiungere per scoprire quale visuale sul lago potrebbe offrire. Decido così di abbandonare l'idea iniziale di salire per la valletta dell'Acqualba, e devio decisamente verso destra, come si evince bene dalla mappa che ho postato. Si guadagna abbastanza rapidamente quota e , confortato dal GPS, proseguo per la sterrata abbastanza agevole. Mi addentro in uno spiazzo privato dal quale scatto alcune fotografie con la telecamera (mi mangerò le mani successivamente per non aver portato con me la macchina fotografica...). Cesara è sotto di me e posso spaziare con lo sguardo fino alla sua frazione Colma,al monte Camosino ed , oltre , al lago, ad Orta ed al versante orientale .

Continuo, confidando di trovare un sentiero che vada oltre la bella sterrata e che possa portarmi verso la vetta. Purtroppo incappo in una recinzione che delimita una proprietà privata dove va a morire la strada ed io non posso far altro che proseguire costeggiandola. Alla fine mi ritrovo in full immersion nel selvaggio bosco senza più nessuna traccia di sentiero... Indago la mappa del GPS per trovare una via d'uscita che mi permetta di salire verso il monte Il Pizzo. Scopro così che ho troppo deviato verso est fidandomi della bella sterrata, mentre il sentiero addentrantesi in una valletta e collegantesi con Nonio era da tutt'altra parte. Non mi scoraggio e risalgo il pendio, quasi arrampicandomi, in mezzo ai rovi ed all'intrico del sottobosco. Guadagno subito faticosamente , facendomi largo tra la sterpaglia, in altitudine e tenendo sempre sotto osservazione la mappa, cerco di avvicinarmi il più possibile al sentiero che è segnalato. Fortunatamente dopo un bel tratto ripido e difficile, sbuco in una piccola radura pianeggiante che mi permette di tirare il fiato e fare il punto della situazione. Il sentiero che debbo raggiungere corre quasi parallelo al cammino che sto facendo, per cui decido di inoltrarmi nella "macchia" e cercare di avvicinarmici il più possibile sfruttando le zone percorribili del sottobosco. Continuando a notare i progressi in fase di ricongiungimento col sentiero tracciato, percorro un bel tratto, fortunatamente quasi pianeggiante, fino a che finalmente trovo una roccia segnata in bianco-rosso che mi conforta dell'avvenuto ritrovamento della retta via...


Sono a questo punto tentato di chiudere l'anello del percorso, seguendo il sentiero che mi porterà a Nonio e poi risalire verso Cesara. Ciò perchè ancora non sono sicuro di trovare la traccia che sale verso il monte Il Pizzo. Quando però, più avanti dopo aver fatto un leggerissimo tratto in discesa, trovo la deviazione che, inerpicandosi subito, sale nel bosco, non ho titubanze e , anche se un pò rassegnato per le viste non troppo panoramiche, svolto decisamente a destra. Salendo posso per il momento solamente avere uno scorcio sul monte Mazzone, al di là della valletta che ho percorso, pur se adombrato e seminascosto dalle piante. Ed ho il timore che una volta lassù non abbia nessuna possibilità di spaziare con la visuale.


L'ascesa è veramente ripida. Mi soffermo spesso a scattare foto, anche se mi rendo conto che non ci sono solo che piante da riprendere. Ma mi soffermo soprattutto perchè ho bisogno di tirare il fiato. E sono grosse boccate d'ossigeno che mi immagazzino per poi rumorosamente espellere l'anidride carbonica, tenendomi compagnia, come in una specie di colloquio, in questa solitaria e silenziosa escursione. Quando la salita sembra ammorbidirsi, mi guardo intorno e mi dico che sto per arrivare alla vetta. Difatti poco più su arrivo in una specie di spiazzo dove un masso posizionato al suo centro sembra voler segnalare il punto più alto del monte. Tutto intorno alberi che mi occludono l'orizzonte.
Mi renderò conto a casa, studiando le cartine, che non ho raggiunto la vetta del Monte Il Pizzo, ma il culmine di una seconda cima, leggermente più bassa (pochi metri), che è spostata un pò più a nord rispetto alla vera vetta, come si nota benissimo anche nella mappa che ho postato. Non soddisfatto della panoramicità del luogo, mi metto a gironzolare alla ricerca di uno spiraglio tra le piante per catturare almeno un'immagine del lago. Ed in effetti qualcosa rimedio. Decido quindi di rientrare, ma osservando che più avanti sembra che il sentiero prosegua tendendo a perdere quota, mi incammino in quella direzione e trovo tracciati dei segni bianco rossi. Sperando di trovare un'alternativa alla discesa che non sia il percorso fatto all'andata, mi avvio deciso verso uno spiraglio luminoso che indica un'apertura tra la fitta boscaglia. Quando giungo là dove c'è quel chiarore, mi metto ad urlare dalla gioia. Poi gridolini di felicità e di soddisfazione nel vedere la mia fatica ripagata da una veduta così spettacolare che mai mi sarei aspettato di trovare. Per un paio di minuti resto inebetito di fronte allo spettacolo che si è presentato davanti ai miei occhi e solo dopo mi rendo conto di essere approdato su degli spuntoni rocciosi che precipitano vertiginosamente verso Nonio, Alla mia sinistra degradano verso una balconata con protezioni poco rassicuranti formate da sbarre di ferro arrugginite. Una croce anch'essa arrugginita benedice dall'alto tutto il lago d'Orta..... Cliccate sopra l'immagine per godervi la panoramica. Mi soffermo per quasi mezz'ora in questo luogo semplicemente meraviglioso. Spira un bel venticello che contribuisce a mantenere tersa e limpida l'atmosfera. Cammino con circospezione avanti ed indietro per il crinalino roccioso alla ricerca di visuali migliori. Purtroppo non avendo la macchina fotografica ma solo la cinepresa, non riesco a scattare immagini adeguate alla bellezza che ho davanti ai miei occhi per documentarle qui.(Ho comunque il filmato...) E soprattutto, non riesco a rendere la sensazione vertiginosa che mi assale appoggiandomi al riparo della balconata e guardando, là sotto il dirupo, il paesino di Nonio . Vertigine e leggerezza nel contempo. Ho la sensazione di poter allargare le ali come un uccello e spiccare il volo verso quell'azzurro lasciandomi cullare ed accarezzare dal vento. E mi torna alla mente un sogno ricorrente nella mia gioventù. Sorvolavo, come un novello Icaro, delle montagne verdi e dai dolci ed arrotondati declivi. Mi lasciavo trasportare dalle correnti e planando seguivo i contorni delle colline quasi volessi accarezzarle. Il punto di partenza erano le montagne sopra Omegna ; spostandomi verso sud volavo sopra le alture della sponda occidentale del lago d'Orta. Una sensazione di benessere e di serenità mi accompagnava per tutto il sogno e mi teneva ancora compagnia quando mi svegliavo e riassaporavo il piacere provato ripensando a quei momenti deliziosi. Ed ora qui davanti a me sembra che quel sogno infantile si stia materializzando dando forme, colori e immagini che andranno a sovrapporsi ed intersecarsi con quelli delle mie fantasie oniriche. Posto altre due immagini riprese con lo zoom. Una è dedicata ai due picchi del Monte Cerano e del Poggio Croce che sono un punto di richiamo visivo inconfondibile per chi sale verso nord da Borgomanero. L'altra alla frazione di Cesara,Colma, con sullo sfondo il monte Camosino.
A malincuore giunge l'ora del ritorno. Ripercorro allegro e felice la via fatta all'andata. Ci vuole poco ora a raggiungere il luogo in cui mi sono congiunto con il sentiero segnalato e questa volta lo seguo notando la particolare cura tenuta nel tracciarne i punti.

Ed in un baleno sono a Cesara. Questa volta invece di passare per i vicoli interni, faccio il giro della circonvallazione, volgo indietro lo sguardo per salutare il monte Il Pizzo e, percorrendo poi la scalinata delle cappelle della Via Crucis che portano alla chiesa di San Clemente, raggiungo il posto dove avevo lasciato la macchina.


Prima di dirigermi verso casa, faccio un salto al parcheggio antistante la chiesa di Nonio per scattare la foto della seconda cima del monte Il Pizzo, quella che sovrasta il paese, e che appare in apertura di post.Qui aggiungo un'immagine zoommata della croce che è situata sulla balconata. Infine ritorno soddisfatto verso la mia dimora, congratulandomi con me stesso per aver scoperto questo meraviglioso belvedere sopra il lago d'Orta.

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