Vergano

mercoledì 17 marzo 2010

COLONIA SOLARE DI VERGANO




C'è stato un tempo in cui anche Vergano ebbe una sua colonia solare...
Altri tempi certamente. Al giorno d'oggi, asserragliati in questa comoda civiltà consumistica e personalistica, non si trova più il tempo per socializzare ed ancor meno condividere e percorrere alcuni tratti della nostra esistenza con gli altri.
Un tempo, che ormai credo irrimediabilmente perso e svanito con la sopravvenuta "globalizzazione". Allargando la visuale per familiarizzare con il mondo intero, abbiamo perso la coscienza e la conoscenza di chi vive a due passi da noi. Ed anche le colonie solari sono ormai un pallido ricordo che la mia generazione può ancora permettersi di avere e saranno destinate a scivolare nell'oblio se non le tramandiamo, almeno con i racconti, ai ragazzi di oggi.
Quella di Vergano non appartiene direttamente al mio vissuto, ma fa parte della generazione nata intorno agli anni trenta che, al tempo in cui fu inaugurata, aveva dai sei ai dieci anni.
Credo corresse l'anno 1937 quando un nutrito gruppo di Verganesi si armò (brutta parola che per quel periodo avrebbe potuto anche essere interpretata letteralmente... eravamo ormai vicini alla seconda guerra mondiale!) di buona volontà (armarsi di buona volontà: ecco il giusto accoppiamento per la parola armarsi......) e intraprese i lavori di sbancamento e pulizia di un piccolo appezzamento di terreno vicino alla riva del "Sciscion", proprio a ridosso della costa collinare occidentale che portava alle vigne. Credo fosse di proprietà di Beniamino Duella il quale lo mise a disposizione per lo scopo che era stato prefissato. (Ritornerò con altre storie legate alla mia infanzia ed agli anni sessanta a raccontare ancora di questo luogo... che ribattezzeremo "Stadio Beniamino".)
Obiettivo dei lavori era quello di avere un terreno adeguato per l'installazione di una colonia estiva vicino alle acque del torrente.
Per allargare lo spazio a disposizione, si misero di buzzo buono con picconi e pale per tagliare parte del pendio e spianarlo. C'era chi valutava i lavori da eseguire e chi allegramente li portava a termine. Presenti anche tanti ragazzi per collaborare alla realizzazione dell'opera.

Sono trascorsi ormai ben più di settant'anni da allora e le persone mature che sono immortalate nelle fotografie ormai è da un bel pezzo che non sono più tra noi. Chi, dei miei due lettori Verganesi (spero che i giovani che navigano possano richiamare allo schermo i loro genitori...) avrà la bontà di leggermi, potrà riconoscervi con grande meraviglia connotati di facce familiari e magari esclamare "Toh!... C'è pure mio nonno!". Dal canto mio, oltre a mio padre naturalmente, ho individuato diverse persone che ho conosciuto da ragazzino ed anche mio fratello maggiore, di settantotto anni ora, che all'epoca ne aveva cinque o sei.

Terminati i lavori di sbancamento e livellamento, con conseguente riassestamento della terra e successiva semina della "bula" per rifar crescere l'erba,si organizzò una grande festa con l'intervento pure della banda musicale di Vergano, i cui componenti si possono individuare in questa foto di gruppo che, per dare un'idea del tempo che fugge, ha nei ragazzini ripresi gli ottantenni di oggi...
Successivamente ci fu l'inaugurazione ufficiale, con l'intervento del parroco Don Savoini per la benedizione, delle autorità, delle maestre delle scuole elementari con relativo stendardo, e dei ragazzi rigorosamente vestiti da "balilla", come "duce" comandava..., che si esibirono in un saggio ginnico. Il tutto impreziosito dal calore e dalla presenza di una bella fetta di popolazione.


Negli anni successivi furono allestite anche delle feste in occasione della apertura della colonia. Le foto si riferiscono all'anno 1941. La giornata terminava nei locali dell'asilo con il pranzo offerto, alla presenza delle autorità, a tutti i ragazzi, mentre precedentemente, nel cortile,c'era stato lo spettacolo allestito dalle maestre e rappresentato sul palco dai giovani attori davanti ai familiari e paesani ammirati.

Particolarmente cara mi è questa ultima fotografia riportata sopra. All'estrema destra in seconda fila c'è seduta mia madre che porta in braccio mio fratello Arnaldo. Io sarei arrivato sette anni dopo ...
La colonia solare, che si attivava nel periodo estivo delle vacanze scolastiche delle elementari, credo che continuò fino al 1941, già in tempo di guerra, purtroppo. Poi i tempi bui e drammatici che ne seguirono non permisero più la sopravvivenza di questa benemerita istituzione che permetteva ai ragazzi di continuare a socializzare con gli amici di scuola senza però l'incombenza dei compiti e dello studio... ed agli adulti genitori di essere tranquilli riguardo la custodia dei figli. La giornata era organizzata con giochi nel cortile dell'asilo, con il pranzo che veniva consumato all'interno dei locali dello stesso e con la discesa alla colonia, nel pomeriggio, per rosolarsi al sole o "immergersi" nelle acque del Sciscion. Sempre sotto la severa sorveglianza delle maestre e dopo rigoroso e doveroso alzabandiera. Posso mettere anche alcune fotografie del 1941 ,ultimo anno di attività nonostante i tempi veramente bui e difficili che si stavano vivendo. La forza ed il coraggio delle nostre genti umili e fiere nello stesso tempo della loro condizione contadina, fece sì che almeno per un paio d'anni venisse celato ai ragazzi l'orrore dei tempi che stavano vivendo.


Il numero elevato di ragazzi (si potrebbero contare fino a quaranta maschietti ed almeno trenta femminucce) mi fa supporre che non tutti fossero di Vergano, anche se ai tempi la natalità era veramente elevata. Questa considerazione mi è venuta vedendo che anche in un libro edito dalla Pro loco, dal comune e dalla Società Operaia M.S. di Maggiora, titolato Memorie Maggioresi '40-'45 è presente la foto dell'alzabandiera. Ciò mi fa pensare che qualche Maggiorese abbia partecipato alla colonia. Così potrebbe essere capitato per qualche altro ragazzo dei comuni viciniori.
Sarei felicissimo se protagonisti dell'epoca (nati intorno agli anni trenta)leggessero il mio post ed intervenissero, nei commenti oppure contattandomi, per documentare aneddoti o altri ricordi riguardanti quel periodo. Siccome non sono sicurissimo delle date e della durata nel tempo che la colonia ebbe, ospiterei ben volentieri tali precisazioni modificando, se del caso, il contenuto del post.

Termino allegando alcune foto recentissime, scattate per l'occasione di questo racconto, che documentano lo stato di degrado nel quale versa, purtroppo, il luogo che ha visto in diverse epoche, ed anche abbastanza recenti, momenti di gloria e di splendore con la partecipazione di tutto il paese di Vergano. Il guado del Sciscion, in zona Verganella, dove una volta c'era il "punt 'd tola", come documentato più sopra dalla foto dei ragazzini che vi sguazzano. Desolante il confronto rispetto a settant'anni fa, anche se il luogo è naturalisticamente ritornato alle origini, per la completa dimostrazione di disinteresse umano. Del ponte, oggetto in tempi abbastanza recenti probabilmente di un atto vandalistico, che l'ha fatto precipitare, si possono vedere alcuni resti, trascinati dalle acque del torrente, appena più a valle. Il ponte era la via di accesso per i paesani verso la salita che portava ai vigneti ed era l'ingresso alla colonia di un tempo e del campo sportivo successivamente.
Residui delle lamiere contorte nel greto e sulla riva del Sciscion.

Così si presenta l'ingresso a quella che fu la colonia e negli anni sessanta il campetto sportivo dove si svolsero anche le Olimpiadi di Vergano" (E' una storia che mi riprometto di raccontare...). Ormai le sterpaglie ed il bosco hanno ripreso il sopravvento su quel fazzolettino di prato che era stato conquistato a fatica dai nostri nonni...Il confronto con le immagini di allora è veramente impietoso.

Non ho mai voluto documentare con immagini nei racconti delle mie camminate lo scempio del territorio che alcuni incivili compiono nel gettare rifiuti di ogni tipo nei boschi o lungo le stradine ed i sentieri che li attraversano. Questa volta, però, ho allegato questa fotografia, scattata nei pressi della riva del mio amato Sciscion, perchè mi ha ferito profondamente ed è anche piena di significati avvilenti. Al di là dell'orrore visivo che suscita, mi ha lasciato dentro un malessere profondo osservare le cose che sono state scaricate abusivamente in quel luogo come uno schiaffo irriverente a nostra madre natura. Se uno osserva bene vede che sono oggetti essenzialmente legati all'infanzia. Borsettina rosa, magliettine, quaderni, riviste, matite e tra le altre cose, un peluche piccolino bianco. E' stato di sicuro compagno di affettuose carezzuole da parte di qualche bambina (colore rosa...).
Questa per me è l'immagine dell'innocenza perduta.
Se alcuni simboli e ricordi di una stagione irripetibile per qualsiasi essere umano, che è l'infanzia, sono degni di essere abbandonati e sparpagliati in una boscaglia vicino ad un torrente, vuol dire veramente che l'età dell'innocenza se ne è fuggita via. Sia di monito ai ragazzini che potrebbero vedere questa immagine. Non lasciate morire i vostri sogni e la vostra fantasia in mezzo ad una discarica abusiva nella natura. Il gesto più corretto per lasciare consapevolmente l'età dell'innocenza ed affrontare il mondo di lupi che vi aspetta là fuori è quello di raccogliere le vostre "cosucce", i vostri giocattoli in un cartone ed affidarli alla raccolta differenziata. Andranno in pace a morire nel luogo appropriato dove nessun altro all'infuori di voi potrà mai vederli.

Dove andranno i bambini a giocare?, canta Cat Stevens. Ci sia di monito

2 commenti:

  1. Bellissimo post, letto con piacere.
    Stavo cercando su internet notizie sulle fonti del sizzone, torrente attorno al quale mi trovo spesso a perdermi per i boschi, e mi sono imbattuto casualmente su questo blog.
    Che bei documenti di un passato che quelli della mia generazione non conoscono, ma che è molto interessante e parte della nostra storia.

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  2. Interessante.
    Ci sono arrivata oggi, ma ho sbagliato strada e sono entrata dalla via di fronte alla strada che porta al motocross di Maggiora e ho dovuto attraversare il torrente Sizzone, mentre passando da Cascina Fugnano la strada è molto più semplice e corta.

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