Vergano

venerdì 8 maggio 2009

MONTE FALO' : Le tre montagnette


Donovan e la sua canzone solare per eccellenza,con ai controcanti una splendida Nana Moskouri, ad accompagnarci in questa gratificante camminata sui contrafforti del Mottarone. Sabato 2 maggio 2009 Partenza ore 14,13 Arrivo a Coiromonte ore 16,48
6,7 km. 2ore e 34'

Sollecitato dal fratello Arnaldo per scegliere un percorso adatto alle nostre attuali condizioni, ho consultato il libro di Paolo Crosa Lenz "Mottarone Cusio e Vergante" che riporta numerosi itinerari compresi tra i nostri due laghi: Orta e Maggiore. Alcuni sono impegnativi, ma la maggior parte sono delle facili escursioni. Mi aveva attirato già da diverso tempo questo del Monte Falò, partendo da Coiromonte poichè riesce a farti arrivare con poco tempo e senza eccessive difficoltà in una zona veramente panoramica , pur se di modesta altitudine, che permette di spaziare a 360 gradi dal lago Maggiore a quello d'Orta, con la cornice delle montagne innevate grandiosamente rappresentate dal maestoso Monte Rosa.
Così, allontanandoci dalle nostre abituali camminate casalinghe, ci trasferiamo in macchina sulla sponda orientale del Cusio salendo fino a Coiromonte, con un'impegnativa e stretta strada che parte da Armeno. Oggi siamo in quattro: i Vercelli Brothers al completo, c'è anche Gianfranco, oltre ai soliti Arnaldo, Eugenio e lo scrivente Renato. Parcheggiamo nei pressi dell'inizio della strada che ci porterà verso il monte Falò.
La segnaletica è originale. Peccato che qualcuno abbia voluto strappare la mappa che probabilmente era attaccata sotto i segnavia. L'inciviltà non ha dimora fissa, è dappertutto! La carrareccia è ancora asfaltata, pur se grossolanamente, e sale con una buona pendenza fino all'ultima casa che abbiamo trovato, immersa nella quiete, dopo di che diventa sterrata e diventa più rilassante, pur se ogni tanto presenta qualche strappettino. Pur avendo con noi il fido Gps dotato tra l'altro della mappa di Alpugang che è fornita di tutti i sentieri dell'alto Novarese e del Verbano Cusio Ossola, stiamo molto attenti comunque alla segnaletica che troviamo. Abbandoniamo la strada per Al "Sasso", che terminerà presso gli alpeggi, e continuiamo verso "Le tre montagnette", come vengono denominate localmente le tre cime rotondeggianti che si allungano sul crinale e danno origine al Monte Falò (come si vede benissimo nella prima fotografia all'inizio del post). Tra l'altro, forse erroneamente, su diverse cartine e mappe viene riportata la dicitura Monte del Falò, mentre su tutte le segnaletiche, ed anche nel nome di una via di Coiromonte, la dicitura esatta è Monte Falò. Il percorso si fa più arieggiato e lindo, grazie ad una bellissima faggeta che ci accompagna per un buon tratto. Quando usciamo dal bosco, iniziamo ad avere delle aperture panoramiche che ci "obbligano" a fermarci, ammirarle e commentarle in quanto vi ritroviamo luoghi e cime che riconosciamo per averli frequentati. Così la prima cresta che distinguiamo è quella che introduce al Parco del Fenera, col suo Monte che spicca sullo sfondo. Ancora pochi passi e poi sbucheremo all'aperto; nessun impedimento più si parerà davanti a noi per impedirci di godere di una vista strepitosa.
Queste ultime due panoramiche che sono comunque susseguenti, da sinistra a destra, permettono di riconoscere ed ammirare sullo sfondo, il Monte Rosa, la Cima Scaravini, il Massone, l'Eyehorn ed in primo piano il Mottarone, nella prima, ed il monte Falò nella seconda. In questa spianata , la visuale spazia a 360 gradi. Verso sud si può osservare il lago d'Orta mentre ad est si ammira il crinale di separazione tra Cusio e Lago Maggiore. E' ora di riprendere la camminata, dopo esserci riempiti le pupille di grandi immagini e dopo che Eugenio ha setacciato la spianata per fotografare le genzianelle.E' bello camminare in questa vasta distesa che, mentre si continua a salire, ci propone altre meraviglie. Con lo zoom della telecamera, le montagne che chiudono la Valle Strona
Ed arriviamo, alfine, al punto in cui la strada prosegue dritta per il Mottarone, mentre a destra aggira le gobbe del monte Falò e poi prosegue fino a Gignese, nell'alto Vergante. Esiste anche un'ulteriore diramazione che permette, attraverso alcuni cascinali (Alpe Sambuca, Alpe Salungo, Alpe Tirecchia, la cascina Il Ronco) di scendere fino a Coiromonte dal versante sud. Noi decidiamo di salire in diretta verso la vetta seguendo i solchi tracciati dai fuoristrada(?), come si può ben vedere dal fotogramma. La salita si fa ripida e impegnativa. Oltretutto quassù sta soffiando un vento fortissimo che ci costringe ad indossare i giubbotti per ripararci (Meno male che li avevamo portati appresso...) Guardandoci alle spalle, possiamo osservare la strada che prosegue verso il Mottarone e quella che aggira le tre montagnette. Oltre il primo strappo, c'è un tratto meno ripido che ci fa respirare un attimo; poi bisogna affrontare l'erta finale che raggiunge la quota più alta del monte Falò, la prima montagnetta. Le altre due non saranno tanto meno, specialmente la terza sarà solamente di pochi metri inferiore. Esultanti,ci soffermiamo davanti al basamentino che indica il punto più alto e che nelle intenzioni, probabilmente, avrebbe dovuto essere l'alloggiamento per una croce di vetta. Alle spalle il versante ovest con il lago d'Orta sullo sfondo. Continuiamo poi verso la seconda e terza montagnetta,in direzione est, verso il punto panoramico che ci permetterà di vedere buona parte del Lago Maggiore . Da qui, il panorama è stupendo. Possiamo ammirare i paesi dell'Alto Vergante, il lago Maggiore, le montagne Svizzere, il lago di Varese ed oltre... pur se la foschia ci impedisce di godercelo appieno. Anche il monte Zeda vuole la sua parte. Non possiamo restare più di tanto in vetta in quanto il vento è veramente impetuoso. Arnaldo si sdraia per ripararsene... Dopo conciliaboli e consultazioni delle mappe, decidiamo di scendere per i pratoni del versante sud per cercare di raggiungere la strada che porta a Coiromonte che passa dai vari alpeggi. Appena messici alle spalle le tre montagnette, il vento non ci ha dato più fastidio ed abbiamo pure trovato un sentiero già tracciato che passa, tra l'altro nei pressi di una ex miniera a cielo aperto (così ho visto da qualche parte, ma non mi ricordo più la fonte) che probabilmente ha permesso nel passato l'estrazione di qualche minerale di Piombo tipo Anglesite (Solfato di piombo), Cerussite (Carbonato di piombo), Pyromorphite ed anche di Sphalerite. Comunque, nonostante i nostri tentativi di perdere quota scendendo tra i prati ed attraversando ruscelli in embrione, non siamo riusciti a raggiungere la strada più a valle che ci avrebbe permesso di ultimare la nostra escursione ad anello. Siamo arrivati ad un alpeggio il cui nome non è riportato sulle cartine pur essendo comunque evidenziato. Dopo aver sostato per qualche minuto davanti all'alpeggio, abbiamo deciso di desistere dal tentativo di scendere ulteriormente attraverso i prati e ci siamo affidati alla strada che partendo da qui vicino, puntando verso ovest, ci avrebbe riportati al percorso fatto durante l'andata, nei pressi di una lapide ricordo di un defunto probabilmente morto qui in tragiche circostanze. A questo punto non ci resta che percorrere a ritroso la strada già fatta per raggiungere il parcheggio dove avevamo posteggiato la macchina. Coiromonte è lì sotto di noi per cui decidiamo di arrivarci in auto per visitarlo.
Ci fermiamo all'ingresso del paese dove giunge la strada che sale da Sovazza. Troviamo una targa ricordo che con un italiano un pò aulico e sibillino ringrazia l'onorevole Pastore per averne sostenuto e caldeggiato la costruzione. A fianco di dove abbiamo messo la macchina, sorge l'albergo Omnidiet dove, presso la sua music hall si tengono numerosi appuntamenti musicali grazie all'attività di Michel Montecrossa, un rocker ormai rinomato localmente che ha trovato qui fissa dimora. A Coiromonte, da lui rinominata Mirapuri in onore della religione indiana che professa, in questo albergo ogni anno viene dedicata una festa di tre giorni in onore del nostro mitico Bob Dylan. Ci aggiriamo per il paese cercando di cogliere immagini di ambientazioni caratteristiche. Ecco una carrellata di foto. Ed alfine risaliamo in macchina e ritorniamo at home, dopo questo bel pomeriggio durante il quale abbiamo scoperto un magnifico posto dove ritornare, probabilmente in autunno, sperando in un cielo più terso per ammirare le meraviglie che la natura ci regala. Termino postando la foto del Monte Falò ripreso in autunno dalla strada che sale al Mottarone. Si può ben capire come in zona venga soprannominato Le tre Montagnette.