Vergano

lunedì 28 dicembre 2009

Cammina,cammina...I giardini della torta in cielo



Sergio Endrigo ha musicato questa filastrocca di Gianni Rodari, forse il più grande favolista italiano della fine del secolo scorso. Nativo di Omegna ha in questa città il più bel riscontro di seguito. A lui la città ha dedicato il più bel parco giochi per bambini che possa esserci.http://www.rodariparcofantasia.it/

E' suddiviso in varie locazioni, una delle quali è situata sul culmine della collinetta del monte Zuoli, che sovrasta Omegna. Come si può notare nella foto di inizio di questo post, che è il racconto di una mia passeggiata, ancora effettuata nel mese di luglio, dai Laghetti di Nonio fino, appunto, al Monte Zuoli e ritorno, aggirando il Monte Cregno.


Dopo un abbandono forzato dal mio blog, causa "Restauro" (Mio. .. non del blog ...) riprendo a postare con il racconto di una mia camminata solitaria del 28 luglio scorso.




Laghetti di Nonio-Brolo-Laghetti di Nonio 8,2 km.
28-07-2009
Partenza ore 16,26 Arrivo ore 19,04
Stupenda giornata, soleggiata e tersa. Mi porto con la macchina fino ai Laghetti di Nonio. Quasi impropriamente chiamati così, poiche si tratta in effetti di un vasto bacino cementificato di raccolta di acque, con un afflusso veramente importante.Si indicano al plurale anche se in effetti, si puo considerare che sia uno solo in quanto separati solamente da una parete centrale che permette di convogliare, probabilmente, le acque con due diverse condotte verso la centrale idroelettrica che sorge sotto Brolo, nei pressi del lago.

Posteggio tranquillamente la Yaris. Nessuno nei paraggi . Solamente dei bei cavalli al pascolo, sulla sponda opposta, alle pendici del monte Cregno.

Appena più avanti è stato attrezzato un mini parco con degli scivoli per divertire i bambini, ed un monumento dedicato agli alpini. Mi sovviene che, proprio in questo stesso luogo, ormai più di trentacinque anni fa, il gruppo di amici che frequentavo si soffermò, alla ricerca di un posto tranquillo, dando inizio alla prima di una bella serie di grigliate all'aperto con il " cuoco "Luciano che si apprestava ad imparare i segreti del buon mangiare che poi sarebbero stati utili nel suo futuro prodigarsi nelle attività di volontariato che ancora oggi esplica.Le auto con le quali ci eravamo arrivati, erano le mitiche A112 di Geo e la 2 Cavalli supermolleggiata di Lucio che si possono intravedere nella prima foto. Chi ha scattato la seconda istantanea era l'allora barbuto Roberto, mentre quelli immortalati sono: Giampiero "salamat", io, Francesco "Geo", Francesco "Francischich" e Luciano "Lucio" . Allora qui non esistevano areee attrezzate ma solamente gli specchi d'acqua dei laghetti ,che già da tempo funzionavano come bacino idrico per la centrale. Col tempo sorgerà anche l'edificio ora adibito a ristoro e bar e sopratutto come ritrovo per le gare di pesca che certamente vi verranno organizzate.Sul muro campeggia la scritta "Osteria Rifugio dei Pescatori".



La mia intenzione odierna, recandomi ai Laghetti, era quella di aggirare il monte Cregno ed in seconda istanza, se avessi scoperto un sentiero, raggiungerne la cima per riuscire a godere di un'altra veduta del nostro lago d 'Orta .come si può bene apprezzare da questa foto che ho scattato dal monte Il Pizzo. Il Monte Cregno, un panettone ad est dei Laghetti di quasi 700 metri di altitudine, sarebbe stato una postazione notevole per ammirare il panorama circostante.
Così, dopo aver assaporato per un pò la quiete del luogo, mi avvio verso nord e passando a fianco di una vecchia costruzione, vicina al lato settentrionale dei Laghetti, preservata da atti vandalici con la chiusura di tutte le entrate in previsione di una futura ristrutturazione , mi accingo ad entrare nel bosco seguendo l'indicazione biancorossa verniciata sul muro.
Dopo poco il bel percorso ricavato in mezzo al bosco, svolta decisamente verso est ed inizia a scendere. Sembrerebbe che non esistano sentieri che portano a risalire la costa del monte per cui, fidandomi dei segnali (ma sarà l'ultimo che trovo ...) decido di scendere verso la valle del torrente Fiumetta e poi aggirare il Cregno, secondo la mia prima intenzione, abbandonando l'idea di risalirlo.
Mi sorprendo un pò quando, approdato ad un breve pianoro fuori dal bosco, trovo una recinzione che delimita una proprietà privata dove si stanno svolgendo dei lavori di costruzione di una casa. Mi sorprendo perchè penso che non sia un posto ideale per edificare ed inoltre raggiungere questa locazione con mezzi di trasporto mi pare alquanto difficoltoso. Sembra in effetti che anche i proprietari abbiano cambiato idea perchè i lavori danno l'impressione di essere stati abbandonati e ciò che è stato fatto sembra limitato alla costruzione delle fondamenta. Mi è sembrato veramente un posto infelicissimo per risiedervi.
Da qui in avanti si ritorna a discendere abbastanza ripidamente (in due chilometri si perderanno 150 metri di quota) ed il sentiero lascia il posto ad una specie di sterrata, ricavata probabilmente con una ruspa, dopo aver fatto una "tagliata" nel bosco. Purtroppo l'esito di questa operazione, che penso sia stata fatta per facilitare l'accesso alla casa in costruzione, ha generato una specie di greto di torrente in secca costellato di innumerevoli sassi che rendono difficile la sua percorrenza. Credo che quando si scatenano acquazzoni violenti, questa via favorisca proprio lo scoscendimento del terreno,tra l'altro con pendenza notevole, in alcuni punti.
Questo "brutto" percorso mi accompagna fino ad arrivare a valle: la valle dove scorre il torrente Fiumetta. Qui la sterrata ritorna a scendere più dolcemente e lascia il posto nuovamente ad un bel sentiero tra le piante. Alla mia sinistra giungono i rumori di alcune vetture che stanno risalendo la valle sulla strada asfaltata,, che riesco anche ad intravedere, che porta fino a Ponte Bria, una località che mi pento di non aver raggiunto oggi, ma che spero di ritornare a visitare presto.Il sentiero che percorro, dopo aver intersecato la strada se ne allontana ancora e mi da la possibilità di ammirare un bel sottobosco pulito e costellato di diverse rocce che probabilmente sono la punta avanzata della morena del ghiacciaio alpino che si estendeva fin qui e che successivamente avrebbe dato origine alla conca del lago.

Il percorso ogni tanto si apre verso sinistra e dà la possibilità di osservare la presenza di alcune attività insediate nella vallettina, scavata dal Fiumetta e dai suoi torrentelli, che si rivela essere una striscia di demarcazione tra le pendici che risalgono alle Quarne, a nord, e le montagne che affiancano il monte Mazzone a sud ,mentre va a morire risalendo verso ovest fino all'alpe Sacchi ed al Monte Novesso.E davanti, verso est, il lago ed oltre il Mottarone.


Sbuco infine, inevitabilmente, sulla strada asfaltata che collega Brolo con Cireggio: una via secondaria, fuori dal traffico lacustre, che affronta l'entroterra Cusiano verso le montagne occidentali. Mi dirigo verso Brolo, poichè il mio obiettivo è di compiere l'anello intorno al Cregno ; ora sono esposto al caldo sole di questo pomeriggio morente sulla strada asfaltata che ad un certo punto giunge ad una diramazione. Il cartello, piegato incivilmente, mi dice che svoltando posso arrivare ai "Giardini della torta in cielo" ...
Ed allora non mi lascio sfuggire questa occasione: sono a due passi dall'area attrezzata come parco giochi per bambini che lega il suo nome al grande Rodari, omegnese doc. Ho già citato il link che permette di visitare il sito che illustra le opere ed i luoghi che la fondazione omegnese cura alla grande. Non mi immaginavo che sorgesse in questa zona il parco; lo credevo più a Nord, più vicino alla città. E' stata quindi una piacevole sorpresa e la mia giornata e la mia camminata hanno assunto un altro significato. Memore anche del masso coppellato ivi presente che Mr. Alfa, blogger del Lago dei Misteri, aveva descritto in un suo post, mi sono fiondato verso l'ingresso del parco.

Il Parco sorge sul pianoro di una piccola altura. denominata Monte Zuoli, che domina Omegna.
A proposito di questa denominazione, vorrei far riscontrare una particolarità che potrebbe dare adito a qualche equivoco. In una mappa dell'I.G.M. (Istituto Geografico Militare), da sempre riconosciuto come leader indiscusso nel campo della rappresentazione territoriale, esiste una piccola altura di circa 500 metri di altitudine che, appena a nord ovest di Brolo, si puo considerare come una lieve propaggine settentrionale del monte Cregno e viene indicata come monte Zoli. La si può osservare in questa foto, direzionata sud-ovest, che, oltre a Brolo ed al Cregno, sulla destra in primo piano evidenzia i boschi dell'altura citata.

Sempre sulla stessa cartina IGM, la zona che ora è adibita a Parco giochi non viene denominata e risulta anonimamente delimitata dalle curve di livello che conformano l'altura sovrastante Omegna e che raggiunge l'altitudine di 416 metri. Vorrei poter chiedere conferma a chi, usando il nome che contrassegna la zona dove è installato il parco giochi, se abbia tenuto conto di questo monte Zoli delle vicinanze storpiandone il nome leggermente ed affibbiandogli quello di Zuoli, oppure se non esistesse già anche per questa zona il nome attualmente usato per indicare il parco. E 'interessante notarne la sua conformazione territoriale: su questo piccolo pianoro affiorano numerosissimi massi rocciosi, certamente di origine glaciale, di dimensioni abbastanza notevoli incastonati probabilmente e sommersi , come piccoli iceberg, dalla terra che li ha radicati. Alcuni di essi hanno avuto nei secoli importanza mistica e religiosa. Si presume che questa fosse una zona destinata a riti magici e cerimonie religiose fin dai tempi dell'Uomo preistorico. La presenza di numerose "Coppelle" scavate sulle rocce sta a dimostrarne l'uso proprio cerimoniale che se ne faceva. Lascio comunque che i miei due lettori leggano direttamente, cliccando sulle immagini postate, la cartellonistica installata che didatticamente, ed in modo accattivante per invogliarne la lettura dei bambini , offre importanti notizie al riguardo senza che le debba riportare pari pari con un mio commento.


Stabilita l'importanza storica della locazione, ora mi preme evidenziare come, sfruttandone la sua bellezza, si siano costruite delle semplici e non invadenti strutture che permettono ai gruppi organizzati di fare interagire i ragazzi col territorio. Da parte mia posso solo pensare che se nella mia fanciullezza avessi potuto disporre di un luogo simile per le mie scorribande avventurose con in mente i miti del Far West, sarei Stato il ragazzo più felice di questo mondo. Quali e quante mirabolanti storie avrei immaginato di vivere scorazzando in un territorio simile alle fantastiche immagini che la mia mente aveva creato di quel mondo "fumettaro" che alimentava la nostra fantasia ...
Inserisco una serie di immagini che valgono più di cento parole.










Il contesto panoramico, nel quale è inserito il parco, è veramente stupendo: tra monti e lago lascia spazio alle fantasie romantiche tanto da indurre qualche coppietta ad adeguarsi al "rito" del lucchetto.


A malincuore decido di riprendere la direzione verso Brolo perchè, ormai, si sta facendo tardi ed il tragitto è ancora lungo. Mi incammino per la strada asfaltata che porta verso il "paese dei gatti" e la prima via che incontro è intitolata proprio a Gianni Rodari.


Appena imbocco le stradine di Brolo, il sole, che mi aveva fatto compagnia tutto il giorno, inizia ad occultarsi dietro le montagne e, se per tutto il pomeriggio avevo viaggiato a torso nudo, ora cominciando a sentirsi l'umidità serale, sono costretto a rimettermi la maglietta. Chiedo delucidazioni ad un'anziana signora che incontro riguardo al sentiero da percorrere per arrivare ai laghetti aggirando il Cregno. Mi dà alcune indicazioni riguardo ad un possibile e malagevole sentiero alle pendici nord del monte, ma non mi assicura che sia ancora praticabile, avendo pure dei tratti pericolosi. Augurandomi, ironicamente di non apparire il lunedì Sera in tv a "Chi l'ha visto?" come persona scomparsa tra i boschi del Cusio, sorridendo mi saluta. Tenendo conto delle indicazioni datemi, risalgo le viuzze di Brolo ma non riesco a trovare il punto in cui, a detta della signora, avrebbe dovuto iniziare il sentiero.

Perciò, dopo aver consultato il mio fido GPS decido di lasciar perdere la ricerca del percorso suggeritomi dalla vecchietta in quanto non rientrava neppure nelle mie intenzioni perchè non mi avrebbe permesso di compiere l'anello intorno al Cregno. Faccio quindi affidamento alla mappa di Alpugang che è inserita nel mio apparecchio e che riporta il sentiero che costeggia il Cregno a sud. Mentre attraverso Brolo ho modo di constatare quante raffigurazioni di gatti siano impresse sui muri, nonostante abbia percorso solo poche viuzze, e di ammirare la Chiesa parrocchiale, dal campanile con la torretta esagonale, con lo sfondo di Omegna ancora baciata dal sole.





Arrivo ad una bella cappella davanti ad una proprietà recintata e col cancello chiuso con il lucchetto. Qui, secondo la mappa del GPS, inizierebbe il sentiero che mi interessa che corre parallelo alla strada asfaltata che io ho imboccato, per poi puntare decisamente ad ovest ed arrivare ai laghetti. Tutta una lunga cancellata non mi permette l'accesso alla zona da dove vorrei transitare.Decido ancora di proseguire, ma tutto il fianco del monte mi è precluso. Ritorno sui miei passi fino alla cappella sperando di trovare lo spiraglio che mi permetta di passare al di là, ma purtroppo la mia minuziosa ricerca non ha avuto nessun esito positivo. Impreco per questo disguido, ma ormai non ho più tempo da spendere in tentativi per cui. a malincuore, debbo forzatamente seguire la strada asfaltata che mi porterà sulla provinciale occidentale del lago e risalire con essa fino a Nonio. Mi conforta solamente la vista del cocuzzolo del monte Il Pizzo che resta davanti a me a rammentarmi come l'ho scoperto e raggiunto e di conseguenza godere della sua bella visuale sul lago d'Orta.


Camminando sulla provinciale, mi interessa solamente guardare verso la mia destra per cercare di scoprire qualche passaggio che mi permetta di evitare la strada asfaltata. Così non è e perciò, malvolentieri, affronto il tratto che mi separa da Nonio per poi percorrerne le viuzze interne che mi portano alla strada che conduce, con un ultimo strappo, ai Laghetti.

Arrivo alla cappelleta che sorge a sud degli specchi d'acqua, mentre le ombre della sera incupiscono leggermente il tutto e mi raffreddano le ossa. Invece il Cregno è ancora illuminato da un bel sole lucente. Compio il periplo dei laghetti, soffermandomi ad osservare delle paperelle divertirsi nell'acqua ed arrivo al parcheggio dove ho lasciato la macchina, felice, soddisfatto ed anche leggermente stanco.La visita al parco giochi dei "Giardini della torta in cielo" mi ha impresso un"ricordo dolcissimo" ...