Vergano

martedì 31 marzo 2009

Paese mio che stai sulla collina




Per accompagnare questo post, non me ne vogliano i miei seguaci di blog, ho necessariamente scelto la canzone che sin dalle prime parole più si avvicina alle immagini che inserirò. Che sarà, nella versione di Josè Feliciano, è stato comunque un motivo che nella mia giovinezza passava tante volte nella testa ed affiorava sulle labbra per canticchiarlo e ci ha fatto conoscere ,nonostante quella più ricordata e tramandata dei Ricchi e Poveri con in organico ancora la bella Marina Occhiena, il cantautore cieco Portoricano.
Cliccate sopra la stupenda immagine aerea che riprende il mio paese per ammirarne la bellezza.Il castello. la vecchia chiesa e quella nuova costruita nel 1939, le scuole e l'asilo, sono il cuore dove la nostra comunità trovava il naturale luogo di incontro e intorno ai quali si vivevano intensi rapporti di relazioni sociali. Via Castello, Via Ruga, Via Pizzo le "contrade" principali ove risiedeva la maggior parte della popolazione, ma la parrocchia si allungava ancora a Nord sul dorso collinare con le vie Santa Marta e via Piovino, mentre scendendo a sud ci si dirigeva verso la valle del Sciscion dove sorgevano i cascinali di Motto Florio (comunque sotto la giurisdizione parrocchiale di Santo Stefano) Baraggioni (dove sono nato e sono cresciuto io) e Canuggioni.
Per capire dove avesse il suo corso il torrente del Sciscion, osservate bene la foto e vi troverete una evidente macchia verde,in alto a destra. Quelli erano i prati che ne fiancheggiavano il percorso ,nascosto dalle piante che rigogliose nascevano sulle sue rive. Dietro il campanile e la cupola della nuova chiesa,si ammira la zona ,ormai quasi selvaggia ora, dove un tempo i nostri paesani coltivavano la vigna. Tutto quel pianoro che ora si osserva invaso dalla vegetazione e dai boschi, era un'incredibile estensione viticola dove ogni famiglia aveva ,chi più chi meno in base all'attività che comunque svolgeva, un appezzamento di terreno dal quale ricavava per lo meno il raccolto per un intero anno di vino da "pasto". Sotto la chiesa, verso ovest,a dividere la zona del pianoro della Cumiona che si estende ora verso la recente istituzione del Parco del Fenera, scorre il mio beneamato torrente che dirigendosi a sud lambirà la mia casa paterna e continuerà nella valle che verso Fugnano si allargherà per andare ad incontrare un altro Sciscion, quello di Maggiora, nei pressi della Colonia Solare di Borgomanero degli anni sessanta, la cui costruzione ormai sta crollando dopo la dipartita degli ultimi custodi e l'incuria subentrata da parte del comune.


Due stupende immagini del mio paese che "sta sulla collina disteso come un vecchio addormentato". La prima credo che risalga ai primi anni del 1900 e si può vedere che ancora la nuova Chiesa non esisteva e dà l'impressione di essere un luogo quasi isolato. Infatti in quegli anni Vergano (così si chiama e lo nomino per la prima volta...) era un comune autonomo e non aveva ancora una unità di collegamenti come invece è ai giorni nostri con la città di Borgomanero dopo il boom edilizio degli anni 60-70 che in pratica ha permesso la congiunzione di tutte le frazioni con il capoluogo.
Dietro la nostra collina, campeggia maestoso il Monte Rosa. La differente prospettiva nelle due immagini, è dovuta al fatto che la prima è ripresa dalla pianura dell'Agogna dove sorge Borgomanero, mentre la seconda è stata fotografata dalle colline ad oriente dove è situata l'altra frazione di Santa Cristina "dirimpettaia" di Vergano.

Lascio con nostalgia la pagina di questo post , poichè sono tanti i ricordi che mi assalgono nel guardare ed ammirare i luoghi dove è trascorsa la mia vita. Se ad un estraneo lettore rimane impressa la globalità e l'insieme delle foto, oltre le quali non può ricavare impressioni che non vadano oltre l'estetica e la bellezza del luogo, a me, ogni piccolo particolare riporta alla mente situazioni, avvenimenti, gioie, dolori, tutta la mia vita all'interno di quelle immagini.
Nei prossimi "ricordi" non potrò non fare a meno della visione di quel "paese mio che sta sulla collina".

sabato 28 marzo 2009

CUORE D'ORO


Sono ritornato!

Ed ho scoperto di avere un cuore d'oro...

Con la magnifica song ed interpretazione di Neil del 1971 che mi fa da sottofondo,do il ben ritrovato a chi mi leggerà dopo la pausa forzata durante la quale mi sono sottoposto ad una necessaria "manutenzione" del mio sistema coronarico.Lo scellerato vizio del fumo, che mi ha accompagnato per oltre quarant'anni ed ho sconfitto solamente quattro anni fa, aveva ridotto fino al 75% la capacità di irroramento sanguigno del mio muscolo vitale. Così si è reso necessario bypassare quattro derivazioni coronariche per ritornare ad avere il giusto rifornimento sanguigno per alimentare il mio cuore. Che, grazie a Dio, si è rivelato ancora integro e sano: un cuore d'oro.

Ad un mese di distanza dall'intervento, sto pian piano recuperando e grazie agli esercizi ginnici ed al moto giornaliero sulla cyclette e, quando il tempo migliorerà, alle passeggiate,ritornerò, spero presto, alla quotidiana normalità con un'efficienza fisica ripristinata e forse potenziata. Questo mio post di ritorno, oltre a voler essere un monito ai fumatori per dissuaderli da un vizio innaturale, è essenzialmente un ringraziamento all'equipe chirurgica, guidata dal primario Prof. Diena, della clinica San Gaudenzio di Novara presso la quale sono stato ricoverato ed operato.
Il primo sulla destra è proprio il Primario, Prof. Diena. Fin dal primo giorno di ricovero,dopo l'esito della coronografia che mi vincolava ineluttabilmente all'intervento, ho potuto apprezzarne la grande signorilità ed ammirare la sua carica umana . Venuto a farmi visita in camera, mi ha subito illustrato in modo eloquente e convincente la moderna tecnica che nella sua clinica si usa già da diversi anni per quanto riguarda l'utilizzo delle vene mammarie piuttosto che della vena safena della gamba, come parte di ricambio nel bypass. Debbo confessare che questa anticipazione fattami, mi ha subito messo di ottimo umore, poichè il solo pensiero di non avere la gamba squartata per il prelievo della vena era una notizia beneaugurante. Con il suo modo di fare, semplice e gioviale, con la sua innata simpatia ed il suo tratto giovanile, con la sua barba incolta a ricordarmi l'aspetto di un giovane De Gregori, ma soprattutto con la sua tempestiva solitaria visita, a distanza di un paio d'ore dal ritorno dalla coronografia, mi aveva confortato più di ogni altra possibile situazione. Ci saremmo rivisti due giorni dopo,in sala operatoria, e mentre l'anestesista stava industriandosi a trovare le mie vene (ritrose a farsi evidenzare) per infilarmi le varie farfalle occorrenti per l'operazione,abbiamo avuto anche il tempo di scherzare e scambiarci delle battute sul fatto che lui fosse interista e quindi, visto che io sono juventino, avrebbe potuto tranquillamente lasciarmi direttamente nel mondo dei sogni per sempre... "uno in meno!!!".
Grazie "di Cuore".